Lezione con la realtà virtuale: un esperimento innovativo per l'apprendimento.
La didattica immersiva sta prendendo sempre più piede grazie all'utilizzo della realtà virtuale. Un interessante esperimento è stato condotto da Fluentify (a Vox of Service) su un campione di persone che hanno frequentato lezioni di lingua inglese utilizzando questa tecnologia. Abbiamo intervistato Claudio Bosco, founder di Fluentify, per saperne di più sui dettagli di questa esperienza.
L'obiettivo del progetto era andare oltre la semplice videoconferenza e sfruttare al massimo le potenzialità dell'ambiente virtuale per velocizzare l'apprendimento. "Abbiamo preparato una esperienza strutturata all'interno di una lezione della durata massima di 20 minuti, con attività che si potevano svolgere nel mondo virtuale", spiega Bosco. L'idea era dimostrare che la realtà virtuale può aggiungere un concetto di presenza, anche se non si è fisicamente presenti.
Ma come si sono svolte queste lezioni di lingua inglese? Bosco racconta che gli insegnanti erano collegati da un'altra città, in particolare Londra, e che le lezioni iniziavano con un approccio one-to-one, per poi aggiungere un altro partecipante. L'ambiente virtuale ha permesso di eliminare i tempi morti tipici delle videoconferenze, offrendo agli studenti la possibilità di toccare oggetti e interagire con l'ambiente circostante.
L'aspetto positivo di questa tecnologia è che non richiede la necessità di muoversi fisicamente all'interno della stanza, evitando così gli effetti collaterali che alcuni caschetti di realtà virtuale possono causare. Inoltre, gli studenti hanno avuto la possibilità di vedere se stessi all'interno del mondo virtuale, grazie alla creazione di un avatar in 3D.
Il campione di persone coinvolte nell'esperimento era molto variegato, composto da studenti giovani e adulti di diverse fasce d'età. Tutti hanno ottenuto risultati positivi, dimostrando che l'apprendimento con la realtà virtuale può essere efficace per persone di tutte le età.
Ma l'utilizzo della realtà virtuale non si limita solo all'apprendimento delle lingue. Bosco sostiene che questa tecnologia potrebbe essere applicata a qualsiasi tipo di insegnamento o formazione. Ad esempio, i simulatori di volo sono un esempio di come la realtà virtuale possa essere utilizzata per fare pratica in modo efficace.
I ragazzi della generazione Z sarebbero curiosi di provare questa nuova tecnologia inserita in ambito didattico.
La didattica immersiva sta prendendo sempre più piede grazie all'utilizzo della realtà virtuale. Un interessante esperimento è stato condotto da Fluentify (a Vox of Service) su un campione di persone che hanno frequentato lezioni di lingua inglese utilizzando questa tecnologia. Abbiamo intervistato Claudio Bosco, founder di Fluentify, per saperne di più sui dettagli di questa esperienza.
L'obiettivo del progetto era andare oltre la semplice videoconferenza e sfruttare al massimo le potenzialità dell'ambiente virtuale per velocizzare l'apprendimento. "Abbiamo preparato una esperienza strutturata all'interno di una lezione della durata massima di 20 minuti, con attività che si potevano svolgere nel mondo virtuale", spiega Bosco. L'idea era dimostrare che la realtà virtuale può aggiungere un concetto di presenza, anche se non si è fisicamente presenti.
Ma come si sono svolte queste lezioni di lingua inglese? Bosco racconta che gli insegnanti erano collegati da un'altra città, in particolare Londra, e che le lezioni iniziavano con un approccio one-to-one, per poi aggiungere un altro partecipante. L'ambiente virtuale ha permesso di eliminare i tempi morti tipici delle videoconferenze, offrendo agli studenti la possibilità di toccare oggetti e interagire con l'ambiente circostante.
L'aspetto positivo di questa tecnologia è che non richiede la necessità di muoversi fisicamente all'interno della stanza, evitando così gli effetti collaterali che alcuni caschetti di realtà virtuale possono causare. Inoltre, gli studenti hanno avuto la possibilità di vedere se stessi all'interno del mondo virtuale, grazie alla creazione di un avatar in 3D.
Il campione di persone coinvolte nell'esperimento era molto variegato, composto da studenti giovani e adulti di diverse fasce d'età. Tutti hanno ottenuto risultati positivi, dimostrando che l'apprendimento con la realtà virtuale può essere efficace per persone di tutte le età.
Ma l'utilizzo della realtà virtuale non si limita solo all'apprendimento delle lingue. Bosco sostiene che questa tecnologia potrebbe essere applicata a qualsiasi tipo di insegnamento o formazione. Ad esempio, i simulatori di volo sono un esempio di come la realtà virtuale possa essere utilizzata per fare pratica in modo efficace.
I ragazzi della generazione Z sarebbero curiosi di provare questa nuova tecnologia inserita in ambito didattico.