Addio al greenwashing?

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Secondo uno studio italiano pubblicato sul Journal of Pediatrics degli European Pediatrics Association, i genitori condividono online una media di 300 foto riguardanti i propri figli ogni anno e prima del quinto compleanno ne hanno già condivise quasi mille. Questo fenomeno, chiamato sharenting, corrisponde all'abitudine dei genitori di condividere online contenuti multimediali riguardanti i propri bambini. Ma perché questa è una tendenza sempre più in espansione? Pop News ha parlato con Chiara Maria Brambilla, psicologa e psicoterapeuta, che ha spiegato che condividere pezzi della propria vita porta un ritorno personale in termini di riconferma di appagamento. I bambini suscitano tenerezza e riconoscimento, e quindi vengono utilizzati per appagare il bisogno di ricompensa e riconoscimento dei genitori. Tuttavia, i figli sono persone a sé stanti e condividere continuamente rischia di perdersi e di non tutelare l'individuo in quanto tale. Le conseguenze di questa condivisione possono essere anche molto gravi per il giovane adolescente che qualche anno prima era protagonista di questi contenuti.

Nel settore pubblicitario, le agenzie stanno lottando per gli scandali legati al greenwashing e con il loro supporto ai clienti. Le autorità di regolamentazione di Londra e Bruxelles hanno messo dei paletti piuttosto rigidi: termini come Carbon neutral, Natural positive e quelli legati alla compensazione devono essere sottoposti a un maggiore controllo. Per questo motivo, il team creativo delle agenzie pubblicitarie dovrebbe lavorare a stretto contatto con i propri legali quando consiglia i clienti in merito alle affermazioni sul clima. Spesso dichiarazioni come Carbon neutral o Net Zero sono basate sulla compensazione, quindi si rende necessario mettere le cose in chiaro per i consumatori e fornire loro informazioni più complete.

Secondo il rapporto dagli enti di beneficenza Sense e Tommy nel Regno Unito, centinaia di bambini muoiono inutilmente perché i servizi di maternità sovraccaricati forniscono cure scadenti. Quasi il 40% dei servizi di maternità inglesi è classificato come inadeguato e richiede dei miglioramenti, mentre gli utenti hanno riportato un peggioramento delle esperienze di servizi di sanità dal 2019. Inoltre, l'84% degli ostetrici ritiene che siano necessari dei livelli di formazione del personale più adeguati per lavorare più in sicurezza. La situazione peggiora tra coloro che vivono in aree più povere: il rapporto rileva che circa 500 bambini sopravviverebbero se il tasso di mortalità neonatale nelle aree più svantaggiate

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