Un triste primato per l'Italia: il ghetto più grande d'Europa si trova a Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia, in provincia di Foggia. Qui, tra baracche fatte di lamiera, si concentra una realtà di sfruttamento e illegalità che coinvolge principalmente i migranti economici del settore agricolo.
Il giornalista Alessandro Zenti ha documentato per anni con le sue inchieste quello che accade in questo luogo. È qui che i caporali, intermediari tra i lavoratori e le aziende, prendono le maestranze per lavorare nei campi.
La chiusura dei ghetti di Calais ha fatto sì che Borgo Mezzanone diventasse il ghetto più grande d'Europa. Questo luogo diventa una sorta di riserva di schiavi, dove le persone vivono in condizioni estreme, sono costrette a lavorare e sono pesantemente sfruttate. Nonostante ci siano stati tentativi di contrastare questa situazione, finora sono stati solo tentativi blandi e non è stata trovata una soluzione efficace.
Borgo Mezzanone è un vero e proprio serbatoio di schiavi, dove le persone sono costrette a lavorare tutto il mese, ma vengono retribuite solo per 11 giorni. Chi è fortunato riesce a guadagnare intorno ai 30 euro al giorno, ma chi non ha documenti deve arrangiarsi come può. Le persone vengono raccolte di buon mattino in furgoni sgangherati e trasportate per ore fino ai luoghi di lavoro.
La situazione è particolarmente preoccupante considerando che il 40% del pomodoro consumato in Italia viene raccolto in Puglia, quindi è possibile che sulle nostre tavole finisca del cibo frutto di sfruttamento e caporalato. Nonostante il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevedesse l'arrivo di 53 milioni di euro per smantellare i ghetti e porre fine a queste situazioni vergognose, al momento la situazione rimane immutata.
Borgo Mezzanone è un regno di illegalità, dove le persone vivono in baracche coperte di lamiera, sopportando temperature estreme sia d'estate che d'inverno. Non è umano lasciare le persone alla deriva in queste condizioni.
Gli abitanti di Borgo Mezzanone sono schiavi non solo del caporalato, ma anche delle sostanze che assumono per sopportare il duro lavoro. È comune l'utilizzo di farmaci come il Tramadolo per alleviare la fatica delle lunghe giornate lavorative. Purtroppo, spesso queste sostanze vengono abusate, creando una dipendenza.
Il giornalista Alessandro Zenti ha documentato per anni con le sue inchieste quello che accade in questo luogo. È qui che i caporali, intermediari tra i lavoratori e le aziende, prendono le maestranze per lavorare nei campi.
La chiusura dei ghetti di Calais ha fatto sì che Borgo Mezzanone diventasse il ghetto più grande d'Europa. Questo luogo diventa una sorta di riserva di schiavi, dove le persone vivono in condizioni estreme, sono costrette a lavorare e sono pesantemente sfruttate. Nonostante ci siano stati tentativi di contrastare questa situazione, finora sono stati solo tentativi blandi e non è stata trovata una soluzione efficace.
Borgo Mezzanone è un vero e proprio serbatoio di schiavi, dove le persone sono costrette a lavorare tutto il mese, ma vengono retribuite solo per 11 giorni. Chi è fortunato riesce a guadagnare intorno ai 30 euro al giorno, ma chi non ha documenti deve arrangiarsi come può. Le persone vengono raccolte di buon mattino in furgoni sgangherati e trasportate per ore fino ai luoghi di lavoro.
La situazione è particolarmente preoccupante considerando che il 40% del pomodoro consumato in Italia viene raccolto in Puglia, quindi è possibile che sulle nostre tavole finisca del cibo frutto di sfruttamento e caporalato. Nonostante il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevedesse l'arrivo di 53 milioni di euro per smantellare i ghetti e porre fine a queste situazioni vergognose, al momento la situazione rimane immutata.
Borgo Mezzanone è un regno di illegalità, dove le persone vivono in baracche coperte di lamiera, sopportando temperature estreme sia d'estate che d'inverno. Non è umano lasciare le persone alla deriva in queste condizioni.
Gli abitanti di Borgo Mezzanone sono schiavi non solo del caporalato, ma anche delle sostanze che assumono per sopportare il duro lavoro. È comune l'utilizzo di farmaci come il Tramadolo per alleviare la fatica delle lunghe giornate lavorative. Purtroppo, spesso queste sostanze vengono abusate, creando una dipendenza.