I batteri dell’obesità

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La giurisprudenza e la scienza non evolvono sempre allo stesso ritmo e spesso la prima rimane indietro rispetto alla seconda. Valutare l'imputabilità di un soggetto non è così semplice come sembra, come sottolineato da Massimo Blanco, direttore dell'Istituto di scienze forensi, intervenuto al quinto convegno nazionale di psicologia giuridica. La questione riguarda la capacità di intendere e di volere di un soggetto al momento in cui ha commesso il reato. Si parla quindi di imputabilità parziale o totale in funzione del vizio di mente riscontrato dal perito o dalla consulente tecnico. I limiti della perizia psichiatrica attuale sono dettati dal fatto che il codice penale ha quasi 100 anni, ma la scienza medica e le competenze sociali in generale, quindi la psicologia e la sociologia, hanno fatto passi avanti. Il lavoro dello psicologo forense diventa così una ricerca minuziosa dalla quale dipenderà l'imputabilità o meno di chi ha commesso il reato.

Secondo una ricerca condotta dall'Università Sorbona di Parigi, i batteri intestinali dei bambini possono prevedere se saranno in sovrappeso da grandi. Gli scienziati hanno esaminato i dati relativi a 512 bambini e hanno individuato un'associazione tra l'indice di massa corporea e due tipi di batteri intestinali direttamente correlati all'obesità: i firmicutes e i bacteroidetes. Più elevata la presenza di questi ultimi, più bassa la probabilità che un bambino sarà obeso. Secondo i ricercatori, il motivo per cui questi batteri intestinali influenzano il peso è perché regolano la quantità di grasso che assorbiamo. Sono necessari ulteriori approfondimenti per capire quale sia il momento giusto per intervenire e prevenire possibili futuri problemi di peso.

Il National Institute degli Stati Uniti sta per testare un vaccino antinfluenzale universale a base di mRNA, proprio come la prima generazione dei vaccini contro il COVID-19. Per i test verranno arruolati fino a 50 volontari tra i 18 e i 49 anni che verranno poi divisi in gruppi. A tre di questi verranno somministrate dosi diverse per trovare quella ottimale che verrà data poi al quarto gruppo. Infine, un quinto gruppo riceverà il vaccino stagionale standard per valutare le differenze. L'efficacia del vaccino stagionale può variare notevolmente di anno in anno a seconda di quanto bene gli scienziati hanno previsto i ceppi circolanti per la stagione successiva. Un vaccino universale potrebbe ridurre il numero di morti per influenza che negli Stati Uniti, secondo le stime del Center for Disease Control and Prevention, varia ogni anno.

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