La pandemia ha aperto a tutti una nuova modalità di lavoro: lo smart working. Ma che cos’è esattamente, come hanno affrontato questi cambiamenti le aziende e, soprattutto, come sarà il lavoro del futuro?
L'università degli Studi Campus ha organizzato una tavola rotonda digitale dal titolo "Smart Working Smart Skill" per discutere di come il mondo del lavoro stia cambiando dalla pandemia a oggi. La professoressa Sabrina Bonomi, docente dell'università, ha spiegato che, nonostante la definizione di Smart Working sia sempre più utilizzata, non tutti sanno esattamente di cosa si tratti. La caratteristica principale dello Smart Working è la libertà di scelta e la mancanza di vincoli orari e spaziali, grazie a un accordo tra il lavoratore e il datore di lavoro. Non è da confondere con il telelavoro, il lavoro flessibile o l'omer, poiché richiede una modalità mista che favorisce sia il lavoratore che l'organizzazione in termini di produttività.
La pandemia ha costretto tutti ad adeguarsi a nuove modalità di lavoro in tempi record, ma questo processo complesso richiede due tipi di investimento: infrastrutture come hardware, software e reti di connessione, e formazione per la generazione di un sapere specifico e specializzato. Ciò è fondamentale per un'innovazione digitale che va soprattutto provata e sperimentata.
Matteo Botturi, Country Relation Manager di Coca-Cola HBC Italia a Milano, ha raccontato come l'azienda stia affrontando il grande cambiamento che lo Smart Working sta portando. Ha sottolineato l'importanza di rieducare le persone a tornare in ufficio, poiché hanno sviluppato nuove abitudini lavorative. L'azienda ha deciso di rimodulare i giorni di Smart Working, portandoli ad un minimo di 12, per far capire alle persone che l'azienda punta sulla fiducia e il trust verso il lavoratore, concentrandosi sull'obiettivo e non sul risultato.
In conclusione, lo Smart Working è una modalità di esecuzione del lavoro subordinato che richiede libertà di scelta, organizzazione per fasi cicli obiettivi e una modalità mista che favorisce sia il lavoratore che l'organizzazione in termini di produttività. La pandemia ha costretto tutti ad adeguarsi a nuove modalità di lavoro, ma per sfruttare appieno i benefici dello Smart Working, sono necessari infrastrutture adeguate e una formazione specializzata.
La pandemia ha costretto tutti ad adeguarsi a nuove modalità di lavoro in tempi record, ma questo processo complesso richiede due tipi di investimento: infrastrutture come hardware, software e reti di connessione, e formazione per la generazione di un sapere specifico e specializzato. Ciò è fondamentale per un'innovazione digitale che va soprattutto provata e sperimentata.
Matteo Botturi, Country Relation Manager di Coca-Cola HBC Italia a Milano, ha raccontato come l'azienda stia affrontando il grande cambiamento che lo Smart Working sta portando. Ha sottolineato l'importanza di rieducare le persone a tornare in ufficio, poiché hanno sviluppato nuove abitudini lavorative. L'azienda ha deciso di rimodulare i giorni di Smart Working, portandoli ad un minimo di 12, per far capire alle persone che l'azienda punta sulla fiducia e il trust verso il lavoratore, concentrandosi sull'obiettivo e non sul risultato.
In conclusione, lo Smart Working è una modalità di esecuzione del lavoro subordinato che richiede libertà di scelta, organizzazione per fasi cicli obiettivi e una modalità mista che favorisce sia il lavoratore che l'organizzazione in termini di produttività. La pandemia ha costretto tutti ad adeguarsi a nuove modalità di lavoro, ma per sfruttare appieno i benefici dello Smart Working, sono necessari infrastrutture adeguate e una formazione specializzata.