Il gene contro l’aviaria

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Il sangue è un dono prezioso che può salvare la vita di molte persone. Ogni anno, circa 630.000 persone beneficiano di trasfusioni di sangue, una persona al minuto. Ma oltre all'aspetto medico, quali sono gli impatti psicologici e le emozioni associate a questo atto di generosità?

Per comprendere meglio le motivazioni che spingono le persone a donare il loro sangue, la piattaforma digitale per il benessere mentale Serenis ha condotto un sondaggio. Martina Migliore, psicoterapeuta e direttrice della formazione e dello sviluppo di Serenis, ha spiegato i dettagli dell'indagine a Pop News.

Il questionario è stato compilato da 250 persone in tutta Italia e ha indagato diversi aspetti legati alla donazione del sangue. Si è cercato di capire le posizioni rispetto alla donazione, i motivi per cui alcune persone non donano e le resistenze che possono emergere.

La cultura della donazione del sangue è basata sull'altruismo e sulla consapevolezza della propria salute. Secondo i risultati del sondaggio, il 59% degli intervistati ha donato il sangue. Di questi, circa il 23% si sottopone al prelievo per i controlli periodici e l'8,5% fa parte di associazioni specifiche di donazione.

Nonostante il numero di donatori sia in aumento, sono sempre meno i giovani che scelgono di intraprendere questo percorso. Questo sarà oggetto di un approfondimento successivo.

Ma non sono solo gli esseri umani a essere protagonisti di importanti scoperte scientifiche. Un gene umano è stato identificato come un potente meccanismo di difesa contro i virus dell'influenza aviaria. Dopo uno studio di 6 anni condotto dal centro per la ricerca sui virus dell'università di Glasgow, è stato scoperto che questo gene impedisce alla maggior parte dei virus dell'influenza aviaria di passare dagli uccelli agli esseri umani.

Il gene si trova nei polmoni e nel tratto respiratorio superiore, dove si replicano i virus dell'influenza. Sebbene fosse già noto agli scienziati, le sue capacità antivirali sono state una scoperta sorprendente. Tuttavia, alcune varianti del virus H5N1 sono in grado di sfuggire agli effetti bloccanti di questo gene.

Dal 2003, sono state segnalate 873 infezioni umane da H5N1, delle quali 458 persone sono morte. Questo dimostra l'importanza di continuare le ricerche per sviluppare nuovi metodi di difesa contro queste malattie.

Una malattia della pelle sta colpendo al 99% delle orche della Costa nord occidentale del Pacifico del Canada e degli Stati Uniti. Gli scienziati della Seedox Society ritengono che le lesioni cutanee sempre più evidenti siano dovute alla diminuzione della capacità del sistema immunitario di questi animali di affrontare la malattia.

Si tratta di una situazione preoccupante che coinvolge un animale già in via di estinzione. Le conseguenze della malattia potrebbero essere disastrose per la fragile popolazione di orche del luogo, che ora conta meno di 75 individui.

L'orca è già un animale martoriato dalle azioni umane. Occupa la parte superiore della catena alimentare marina e le sostanze inquinanti si accumulano nel cibo che mangia. Questa nuova malattia potrebbe essere fatale per uno dei giganti degli oceani.

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