Una nuova tempesta si abbatte sui mercati energetici di Europa e Stati Uniti: il cartello dei principali produttori di petrolio ha annunciato un taglio alla produzione. L'organizzazione ha deciso di ridurre l'offerta di 1,16 milioni di barili al giorno, a cui si aggiungono i tagli alla produzione decisi ad ottobre per un altro milione di barili, a cui si aggiunge la riduzione della Russia di 500.000 barili. Questo significa che ci troviamo di fronte a un taglio molto più ingente rispetto a quello deciso precedentemente dal cartello dei paesi produttori. Gli effetti di questa decisione si ripercuotono sia sull'economia che sulla politica e sulla geopolitica. L'Arabia Saudita sembra entrare sempre di più nella sfera asiatica, mentre la riduzione dell'offerta potrebbe andare a impattare un'inflazione dei prezzi energetici, che negli ultimi mesi erano scesi, o meglio erano aumentati ma erano in rallentamento. Le ricadute sull'economia reale rischiano di essere gravi.
Ma non solo petrolio, anche scienza e ambiente. Un gruppo di scienziati internazionali guidati dall'Università di Cambridge ha scoperto che il punto della cellula in cui inizia la fotosintesi perde elettroni, un'informazione che potrebbe avere importanti implicazioni sulla produzione di biocarburanti rinnovabili. L'efficienza della fotosintesi è quasi al 100% di convertire la luce in elettroni, e con la comprensione dei meccanismi del processo sarà possibile usare questa conoscenza per migliorare la tecnologia delle celle solari esistenti in modo tale da produrre energia in modo più efficiente e assorbire e immagazzinare meglio la liberazione di carbonica.
Infine, un altro studio ha dimostrato che dormire a sufficienza aiuta a ridurre il rischio di sviluppare l'asma. Grazie a un modello di sonno sano, ovvero quello di una persona mattiniera che dorme dalle 7 alle 9 ore a notte, non soffre mai di insonnia o raramente, non russa e non ha sonnolenza frequente durante il giorno, si è ridotto il rischio di sviluppare l'asma del 44% delle persone a basso rischio genetico, del 41% in quelle a rischio intermedio e del 37% in quelle ad alto rischio genetico. Sebbene si tratti di uno studio osservazionale e i ricercatori siano cauti, la ricerca suggerisce che esiste un legame tra l'asma e non dormire a sufficienza, anche se è troppo presto per dire che il trattamento del sonno scarso riduca il rischio di sviluppare l'asma.
Ma non solo petrolio, anche scienza e ambiente. Un gruppo di scienziati internazionali guidati dall'Università di Cambridge ha scoperto che il punto della cellula in cui inizia la fotosintesi perde elettroni, un'informazione che potrebbe avere importanti implicazioni sulla produzione di biocarburanti rinnovabili. L'efficienza della fotosintesi è quasi al 100% di convertire la luce in elettroni, e con la comprensione dei meccanismi del processo sarà possibile usare questa conoscenza per migliorare la tecnologia delle celle solari esistenti in modo tale da produrre energia in modo più efficiente e assorbire e immagazzinare meglio la liberazione di carbonica.
Infine, un altro studio ha dimostrato che dormire a sufficienza aiuta a ridurre il rischio di sviluppare l'asma. Grazie a un modello di sonno sano, ovvero quello di una persona mattiniera che dorme dalle 7 alle 9 ore a notte, non soffre mai di insonnia o raramente, non russa e non ha sonnolenza frequente durante il giorno, si è ridotto il rischio di sviluppare l'asma del 44% delle persone a basso rischio genetico, del 41% in quelle a rischio intermedio e del 37% in quelle ad alto rischio genetico. Sebbene si tratti di uno studio osservazionale e i ricercatori siano cauti, la ricerca suggerisce che esiste un legame tra l'asma e non dormire a sufficienza, anche se è troppo presto per dire che il trattamento del sonno scarso riduca il rischio di sviluppare l'asma.