Dall’Italia al Sud America alla scoperta della storia del cacao. Ce ne parlano Massimo De Giuseppe storico e docente dell’Università IULM e curatore della mostra “Ka’ Kao. L’albero segreto, il viaggio del cacao tra Messico e Italia”, Gianni Canova, rettore dell’Università IULM e Giuseppe Carriere, regista e docente Università IULM.
Una mostra multimediale, un progetto culturale che ci porta alla scoperta del cacao, protagonista di Cacao: l'albero segreto, inaugurata all'Università IULM di Milano. Realizzata grazie alla collaborazione con L'Istituto nazionale antropologia in storia del Messico, la mostra vuole raccontare la storia del cacao e la complessità dei mondi che si incrociano attraverso di esso. Massimo De Giuseppe, storico e docente università Yul di Milano e curatore della mostra, spiega che l'idea è di riprodurre la complessità di questi mondi che si incrociano attraverso il cacao. La mostra si sviluppa attraverso una serie di progetti che includono una mostra sorella che si terrà in Messico, un film e una serie di altri percorsi di ricerca e seminari.
La mostra racconta la storia del cacao, partendo dal Messico antico della misoamerica, dal mondo Maya per arrivare alla contemporaneità. Ci sono diverse sezioni della mostra che analizzano il cacao in diversi aspetti, come la tradizione mesoamericana, la parte superiore nel superamento dove dialogano scienza e religione e una spazzola dedicata a Modica che rappresenta una sorta di Ponte simbolico tra la tradizione del cacao al Meridiano ispanico e poi la sua evoluzione nella contemporaneità.
La mostra ha anche un'installazione scultorea di Sergio pappalettere Matteo Ioli che hanno lavorato insieme ad altri all'allestimento attorno a cui si dipan hanno quattro angoli del mondo. La mostra simbolicamente si conclude con un altare del muertos messicano simbolo della ciclicità della vita.
La mostra è stata ideata come un ipertesto, un progetto multimediale che vuole raccontare la storia del cacao attraverso un docufilm, realizzato da un gruppo di studentesse dell'università IULM e dal regista e docente Giuseppe Carrieri. Il docufilm vuole completare l'esplorazione che vedrete nell'allestimento per cercare di dare la sensazione di un tempo antico di un viaggio profondo che noi abbiamo fatto attraverso le zone più remote di un Messico inesplorato.
La mostra è stata pensata come un progetto culturale multimediale che ha coinvolto gli studenti dell'università IULM che sono stati in Messico per conoscere i campesinos che coltivano il cacao nelle piantagioni e raccontano le loro storie e le loro vite con immagini di grande suggestione visiva.
La mostra racconta la storia del cacao, partendo dal Messico antico della misoamerica, dal mondo Maya per arrivare alla contemporaneità. Ci sono diverse sezioni della mostra che analizzano il cacao in diversi aspetti, come la tradizione mesoamericana, la parte superiore nel superamento dove dialogano scienza e religione e una spazzola dedicata a Modica che rappresenta una sorta di Ponte simbolico tra la tradizione del cacao al Meridiano ispanico e poi la sua evoluzione nella contemporaneità.
La mostra ha anche un'installazione scultorea di Sergio pappalettere Matteo Ioli che hanno lavorato insieme ad altri all'allestimento attorno a cui si dipan hanno quattro angoli del mondo. La mostra simbolicamente si conclude con un altare del muertos messicano simbolo della ciclicità della vita.
La mostra è stata ideata come un ipertesto, un progetto multimediale che vuole raccontare la storia del cacao attraverso un docufilm, realizzato da un gruppo di studentesse dell'università IULM e dal regista e docente Giuseppe Carrieri. Il docufilm vuole completare l'esplorazione che vedrete nell'allestimento per cercare di dare la sensazione di un tempo antico di un viaggio profondo che noi abbiamo fatto attraverso le zone più remote di un Messico inesplorato.
La mostra è stata pensata come un progetto culturale multimediale che ha coinvolto gli studenti dell'università IULM che sono stati in Messico per conoscere i campesinos che coltivano il cacao nelle piantagioni e raccontano le loro storie e le loro vite con immagini di grande suggestione visiva.