Dall’arte ai social network, per poi tornare all’universo artistico. E’ il percorso complesso, ma circolare di Federico Clapis, artista contemporaneo in mostra alla galleria Bianchi Zardin di Milano. Ecco cosa ci ha raccontato!
L'artista contemporaneo Federico Clapis, noto per la sua produzione di contenuti virali sui social network, si racconta ai microfoni di Pop Economy. Clapis, infatti, ha iniziato la sua carriera nell'arte, ma ha trovato difficoltà nell'emergere a causa dei preconcetti e dell'immaginario collettivo che circondano il mondo dell'arte contemporanea. Per questo motivo, ha deciso di concentrarsi sulla produzione di contenuti virali sui social media, dove ha trovato un vasto pubblico e una maggiore attenzione mediatica.
Tuttavia, dopo aver vissuto la saturazione e l'insopportazione di questo ambiente, Clapis ha deciso di abbandonarlo strategicamente per fare una conversione artistica, cercando di raccogliere quello che sembrava potesse essere il futuro dell'arte. Questo lo ha portato alla maturazione estetica e tecnica, che ha esposto nella mostra Spazio Mentale Uguale Ambiente alla Galleria Bianchi e Zardin a Milano.
L'esposizione comprende le sue ultime opere, tra cui un autoritratto rappresentato da una bombola di elio iscritta in un cubo di cemento, che rappresenta il contrasto tra cielo e terra, tra peso della materia e della gravità e l'elevazione e il desiderio di volare. Un altro pezzo interessante è Tabù, che rappresenta l'abbattimento della distanza con la barriera tattile verso la disabilità, una scansione laser di Marina Cuoio, riprodotta nuovamente in un materiale elastomerico, che invita al tocco per rompere questa barriera tattile.
Inoltre, Clapis espone una radice che ha trovato sotto terra e ha trasformato in un cuore anatomico, che rappresenta la fusione tra natura e artifizio. La mostra è stata curata da Marco Tagliafierro, che ha descritto il lavoro di Clapis come una stratificazione geologica di esperienze che si sono sedimentate nel tempo fino a portarlo alla condensazione di segni che riconducono alle vicende che ha vissuto in tante dimensioni culturali differenti.
La mostra è visitabile su appuntamento fino al 2 ottobre presso la Galleria Bianchi e Zardin di Milano. Inoltre, verrà presentata una pubblicazione curata da Marco Tagliafierro che racchiude le testimonianze fotografiche del percorso artistico di Federico Clapis.
Tuttavia, dopo aver vissuto la saturazione e l'insopportazione di questo ambiente, Clapis ha deciso di abbandonarlo strategicamente per fare una conversione artistica, cercando di raccogliere quello che sembrava potesse essere il futuro dell'arte. Questo lo ha portato alla maturazione estetica e tecnica, che ha esposto nella mostra Spazio Mentale Uguale Ambiente alla Galleria Bianchi e Zardin a Milano.
L'esposizione comprende le sue ultime opere, tra cui un autoritratto rappresentato da una bombola di elio iscritta in un cubo di cemento, che rappresenta il contrasto tra cielo e terra, tra peso della materia e della gravità e l'elevazione e il desiderio di volare. Un altro pezzo interessante è Tabù, che rappresenta l'abbattimento della distanza con la barriera tattile verso la disabilità, una scansione laser di Marina Cuoio, riprodotta nuovamente in un materiale elastomerico, che invita al tocco per rompere questa barriera tattile.
Inoltre, Clapis espone una radice che ha trovato sotto terra e ha trasformato in un cuore anatomico, che rappresenta la fusione tra natura e artifizio. La mostra è stata curata da Marco Tagliafierro, che ha descritto il lavoro di Clapis come una stratificazione geologica di esperienze che si sono sedimentate nel tempo fino a portarlo alla condensazione di segni che riconducono alle vicende che ha vissuto in tante dimensioni culturali differenti.
La mostra è visitabile su appuntamento fino al 2 ottobre presso la Galleria Bianchi e Zardin di Milano. Inoltre, verrà presentata una pubblicazione curata da Marco Tagliafierro che racchiude le testimonianze fotografiche del percorso artistico di Federico Clapis.