In bici sull’acqua

Il turismo sostenibile passa anche da una rete ciclabile realizzata sugli argini delle vie d’acqua. Per capire meglio di cosa si tratta noi ne abbiamo parlato con Alessandro Tursi, presidente Nazionale Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Biciclette

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Facilitare lo sviluppo di una rete ciclabile nazionale a partire dalle vie d'acqua per favorire il turismo sostenibile è l'obiettivo del documento "Indirizzi per una legge Nazionale sul recupero fini ciclabili delle vie d'acqua". In un'intervista ai microfoni di Pop Economy, Alessandro Tursi, presidente nazionale della Federazione Italiana Ambiente Biciclette (FIAB), afferma che l'obiettivo è quello di creare delle linee guida, anche partendo dall'esperienza locale positiva e dalle leggi regionali, per recuperare l'enorme patrimonio di vie d'acqua che non viene sfruttato come potenziale turistico.

Il cicloturismo, infatti, è una forma di turismo tra le più sostenibili sia per l'impatto diretto, pensiamo alle emissioni da CO2, sia perché attira un tipo di turismo di per sé sensibile, che non porta rifiuti o degrado. Inoltre, il cicloturismo distribuisce le risorse dei turisti sul territorio in zone che non sono toccate dall'over-turismo, come il centro storico di Firenze o di Venezia, ad esempio.

Il documento "Indirizzi per una legge Nazionale sul recupero fini ciclabili delle vie d'acqua" è un primo passo importante per creare sinergia tra la rete nazionale dei corsi d'acqua e quella delle ciclovie e per superare le difficoltà amministrative di ogni regione. Il documento, infatti, contiene gli enti che gestiscono le risorse idriche e due università con esempi di leggi regionali virtuose.

Secondo Tursi, l'approvazione di una legge nazionale sarebbe una premessa per arrivare con i tempi necessari per la legislazione e potrebbe giustificare il ricorso alla decretazione. In Italia, infatti, le leggi sono fondamentalmente lunghe e farraginose, ma con una legge nazionale si potrebbe avere un'infrastruttura esistente disponibile per il doppio uso.

In Italia, abbiamo oltre 200.000 chilometri di canali irrigui e di bonifica, ma questo patrimonio non è ancora stato sfruttato. Tursi afferma che, organizzati come federazione a livello nazionale, si sono accorti che molte strade che potrebbero essere ciclabili non vengono utilizzate per limiti esclusivamente normativi. Con l'approvazione di una legge nazionale, si potrebbe creare una rete ciclabile nazionale a costo zero e distribuire le risorse dei turisti sul territorio in modo sostenibile.

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