Greta Antonini di Opyn ci parla delle differenze di salario nelle aziende italiane.
Possono essere più bravi degli uomini negli studi ma spesso hanno stipendi più bassi e carriere discontinue a cui rinunciano dopo la nascita del primo figlio: stiamo parlando delle donne e del gender gap che ancora segna le loro esistenze lavorative. Per capire la situazione italiana, noi di Pop Economy abbiamo parlato con Greta Antonini, marketing manager di Opin, piattaforma di accesso al credito alle aziende.
Secondo i dati del World Economic Forum, l'Italia è passata dal 76° al 63° posto nella classifica sulla parità di genere, guadagnando 13 posizioni. Tuttavia, per quanto riguarda l'occupazione femminile e la disparità salariale, c'è ancora molto da fare. Infatti, le donne percepiscono il 12,2% in meno di stipendio rispetto agli uomini a parità di mansione e sono previste il 30% in meno di lauree.
Nonostante ciò, a ottobre 2021 è stata approvata la norma sulla parità salariale, che prevede incentivi per le aziende virtuose e sanzioni per quelle meno virtuose. Questa norma sicuramente aiuterà la presenza delle donne nel mondo del lavoro.
La pandemia ha lasciato il segno anche in questo contesto. Il carico familiare è stato maggiormente a carico delle donne, che hanno dovuto rimanere a casa dal lavoro. Di conseguenza, il tasso di occupazione femminile è stato inferiore al 50%, un dato che non ci rende molto fieri e soddisfatti. Tuttavia, attualmente stiamo assistendo a dei miglioramenti nel 2021, anche se il numero delle donne inattive è aumentato nel primo trimestre, principalmente per motivi familiari.
Esiste però un settore in cui le donne stanno facendo progressi: le startup fondate da donne. Secondo un'analisi di Lloyd, negli ultimi anni le startup a fondazione femminile sono aumentate, seppur rappresentando ancora solo il 12% del totale. Tuttavia, i fondi verso le startup femminili sono aumentati del 60%, rispetto al 30% degli uomini. Quindi c'è un interesse da parte degli investitori verso le startup fondate da donne.
Per quanto riguarda le posizioni dirigenziali, le donne rappresentano solo il 5% delle posizioni dirigenziali totali nelle fintech. Un dato che necessita di miglioramento.
Se il mondo delle finanze vuole farsi portabandiera della gender equity, ci sono delle regole da seguire. Innanzitutto, è importante trarre talenti femminili in azienda e prenderne cura. Bisogna cercare di trovare queste figure nonostante le difficoltà familiari che possono incontrare, perché potrebbero portare un miglioramento del fatturato.
Secondo i dati del World Economic Forum, l'Italia è passata dal 76° al 63° posto nella classifica sulla parità di genere, guadagnando 13 posizioni. Tuttavia, per quanto riguarda l'occupazione femminile e la disparità salariale, c'è ancora molto da fare. Infatti, le donne percepiscono il 12,2% in meno di stipendio rispetto agli uomini a parità di mansione e sono previste il 30% in meno di lauree.
Nonostante ciò, a ottobre 2021 è stata approvata la norma sulla parità salariale, che prevede incentivi per le aziende virtuose e sanzioni per quelle meno virtuose. Questa norma sicuramente aiuterà la presenza delle donne nel mondo del lavoro.
La pandemia ha lasciato il segno anche in questo contesto. Il carico familiare è stato maggiormente a carico delle donne, che hanno dovuto rimanere a casa dal lavoro. Di conseguenza, il tasso di occupazione femminile è stato inferiore al 50%, un dato che non ci rende molto fieri e soddisfatti. Tuttavia, attualmente stiamo assistendo a dei miglioramenti nel 2021, anche se il numero delle donne inattive è aumentato nel primo trimestre, principalmente per motivi familiari.
Esiste però un settore in cui le donne stanno facendo progressi: le startup fondate da donne. Secondo un'analisi di Lloyd, negli ultimi anni le startup a fondazione femminile sono aumentate, seppur rappresentando ancora solo il 12% del totale. Tuttavia, i fondi verso le startup femminili sono aumentati del 60%, rispetto al 30% degli uomini. Quindi c'è un interesse da parte degli investitori verso le startup fondate da donne.
Per quanto riguarda le posizioni dirigenziali, le donne rappresentano solo il 5% delle posizioni dirigenziali totali nelle fintech. Un dato che necessita di miglioramento.
Se il mondo delle finanze vuole farsi portabandiera della gender equity, ci sono delle regole da seguire. Innanzitutto, è importante trarre talenti femminili in azienda e prenderne cura. Bisogna cercare di trovare queste figure nonostante le difficoltà familiari che possono incontrare, perché potrebbero portare un miglioramento del fatturato.