Il turbo-capitalismo: la disuguaglianza sociale in Italia. Le grandi corporate sotto accusa per aver speculato sull'inflazione per aumentare i prezzi, aumentando i profitti e causando una rovinosa caduta del potere d'acquisto delle famiglie. È il capitalismo nella sua forma più radicale e spietata, il turbo-capitalismo, come lo definisce il sociologo Mario Abis in un'intervista a Pop News.
Il fenomeno riguarda maggiormente alcuni settori, ma la disuguaglianza in Italia è più marcata in alcune aree. La speculazione immobiliare nel territorio di Milano evidenzia il meccanismo della finanza che si mangia la marginalità. La disuguaglianza sociale si riflette sul mondo del lavoro, dove i meccanismi della speculazione si ripetono.
La violenza è un po' il tessuto sociale delle piccole cose, le cose fisiche di tutti i giorni, la violenza distribuita diffusa anche nei mondi giovanili, nei mondi non rappresentati ideologicamente e politicamente.
Molti giovani studenti sentono la crisi perché, aumentando il costo della vita, se gli stipendi e il reddito rimangono gli stessi, alla fine quello che possono guadagnare è meno. Le piccole e grandi rinunce sono state fatte per anni, causando una generazione arrabbiata.
Il problema è che non si è formato un movimento di opinione giovanile, e questo ha causato l'assenza nel dibattito politico della questione giovanile. Non c'è una soluzione facile, ma la rabbia sociale è forte e sta covando. La disuguaglianza sociale in Italia è legata alla disuguaglianza fra i territori, e la ricaduta è forte anche sul mondo del lavoro.
Il fenomeno riguarda maggiormente alcuni settori, ma la disuguaglianza in Italia è più marcata in alcune aree. La speculazione immobiliare nel territorio di Milano evidenzia il meccanismo della finanza che si mangia la marginalità. La disuguaglianza sociale si riflette sul mondo del lavoro, dove i meccanismi della speculazione si ripetono.
La violenza è un po' il tessuto sociale delle piccole cose, le cose fisiche di tutti i giorni, la violenza distribuita diffusa anche nei mondi giovanili, nei mondi non rappresentati ideologicamente e politicamente.
Molti giovani studenti sentono la crisi perché, aumentando il costo della vita, se gli stipendi e il reddito rimangono gli stessi, alla fine quello che possono guadagnare è meno. Le piccole e grandi rinunce sono state fatte per anni, causando una generazione arrabbiata.
Il problema è che non si è formato un movimento di opinione giovanile, e questo ha causato l'assenza nel dibattito politico della questione giovanile. Non c'è una soluzione facile, ma la rabbia sociale è forte e sta covando. La disuguaglianza sociale in Italia è legata alla disuguaglianza fra i territori, e la ricaduta è forte anche sul mondo del lavoro.