Uno studio pubblicato sulla rivista "Occupational Therapy in Health Care" ha rivelato dati allarmanti: il 21,6% dei bambini delle scuole primarie ha difficoltà a scrivere in corsivo. Il 10% di questi ha una scrittura disgrafica. Ma quali sono le cause di questi numeri? Ci ha pensato Chiara Segale, psicologa e psicoterapeuta, a rispondere a questa domanda. "I bambini fanno sempre meno esercizi sulla motricità fine", ha spiegato Segale. "I bambini alla materna infilano meno le collanine, disegnano meno e fanno giochi dove la motricità fine è importante. I videogiochi attirano moltissimo i bambini e questo non aiuta. Inoltre, c'è una componente genetica da non dimenticare, la disgrafia".
Ma non sono solo i disturbi della scrittura a far preoccupare gli esperti. "Con la sigla DSA si indicano i disturbi specifici dell'apprendimento, ma sarebbe un errore considerarli tutti allo stesso modo", ha detto Segale. "Non sempre si manifestano da bambini. Quasi tutti i bambini che hanno un DSA hanno poi deficit attentivi. La capacità di stare attenti e gli affaticamenti dell'attenzione sono in aumento. Anche i problemi di decodifica del testo sono legati ai DSA e stanno diventando sempre più comuni. Tanti ragazzi arrivano in diagnosi anche al liceo o all'università, quando le materie di studio diventano più complesse".
Ma quando è opportuno sottoporsi a un esame diagnostico? "Possiamo valutare i bambini anche alla scuola materna come prerequisiti per le elementari", ha detto Segale. "Ma non certifichiamo mai un bimbo prima della terza elementare. Gli si dà un tempo per tenerlo osservato, monitorarlo e poi arrivare a una diagnosi. Anche perché bisogna rispettare i processi evolutivi molto soggettivi da bambino a bambino. Prima della terza elementare, tendenzialmente, la diagnosi non la facciamo. Le prove di matematica sono più veritiere somministrate addirittura in quarta elementare quando le tabelline sono acquisite".
Ma cosa succede dopo la diagnosi? "Lo scopo è sempre quello di far sentire bene il bambino nel suo approccio con la scuola", ha detto Segale. "I più piccolini sono più facili da aiutare, ma anche i ragazzi al liceo o all'università hanno bisogno di sostegno. Una diagnosi precoce può aiutare a mantenere la propria sicurezza interna e a voler continuare ad imparare a scuola. Ma i tempi di attesa nella sanità pubblica sono lunghissimi e il settore privato propone prezzi proibitivi per molte famiglie. Ci si sta mu
Ma non sono solo i disturbi della scrittura a far preoccupare gli esperti. "Con la sigla DSA si indicano i disturbi specifici dell'apprendimento, ma sarebbe un errore considerarli tutti allo stesso modo", ha detto Segale. "Non sempre si manifestano da bambini. Quasi tutti i bambini che hanno un DSA hanno poi deficit attentivi. La capacità di stare attenti e gli affaticamenti dell'attenzione sono in aumento. Anche i problemi di decodifica del testo sono legati ai DSA e stanno diventando sempre più comuni. Tanti ragazzi arrivano in diagnosi anche al liceo o all'università, quando le materie di studio diventano più complesse".
Ma quando è opportuno sottoporsi a un esame diagnostico? "Possiamo valutare i bambini anche alla scuola materna come prerequisiti per le elementari", ha detto Segale. "Ma non certifichiamo mai un bimbo prima della terza elementare. Gli si dà un tempo per tenerlo osservato, monitorarlo e poi arrivare a una diagnosi. Anche perché bisogna rispettare i processi evolutivi molto soggettivi da bambino a bambino. Prima della terza elementare, tendenzialmente, la diagnosi non la facciamo. Le prove di matematica sono più veritiere somministrate addirittura in quarta elementare quando le tabelline sono acquisite".
Ma cosa succede dopo la diagnosi? "Lo scopo è sempre quello di far sentire bene il bambino nel suo approccio con la scuola", ha detto Segale. "I più piccolini sono più facili da aiutare, ma anche i ragazzi al liceo o all'università hanno bisogno di sostegno. Una diagnosi precoce può aiutare a mantenere la propria sicurezza interna e a voler continuare ad imparare a scuola. Ma i tempi di attesa nella sanità pubblica sono lunghissimi e il settore privato propone prezzi proibitivi per molte famiglie. Ci si sta mu