La strage di Erba: la richiesta di revisione della sentenza di condanna per Olindo Romano e Rosa Bazzi
La strage di Erba, avvenuta il 11 dicembre 2006, è ancora oggi una vicenda che fa discutere. Quella sera, nella piccola città della provincia di Como, quattro persone furono uccise con estrema violenza: Raffaella Castagna, suo figlio di due anni Youssef, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. La giustizia italiana ha condannato in via definitiva la coppia di coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi all'ergastolo come responsabili del terribile crimine.
Tuttavia, secondo Stefania Panza, scrittrice e analista forense, ci sono stati degli errori commessi dagli attori coinvolti nell'indagine. Già l'11 dicembre 2006, il procuratore capo della Repubblica di Como aveva sostenuto che come autore della strage si cercava un tunisino o un marocchino di nome Azuz Marzouk. Peccato che si trattava di una grande cantonata, visto che Azuz Marzouk si trovava in Tunisia al momento dei fatti.
Inizialmente, il dito venne puntato contro quest'ultimo, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef. Successivamente, le ipotesi investigative si allargarono, considerando la possibilità di una vendetta nel mondo della droga, di una vendetta intrafamiliare o di una vendetta fra vicini di casa.
Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, era presente in casa quella sera e sopravvisse grazie a una malformazione congenita della carotide. Frigerio era l'unico in grado di identificare il volto dell'assassino, ma le indagini si orientarono verso la ricerca di un possibile soggetto di etnia nordafricana. Tuttavia, il 15 dicembre, Frigerio rilasciò una testimonianza concordante con quella di un soggetto con l'appellativo olivastra più alto di lui che non aveva mai visto. L'identikit fu realizzato in base a questa descrizione.
Il 20 dicembre, il comandante della stazione di Erba, Luciano Gallorini, nominò per nove volte il nome di Olindo Romano a Mario Frigerio, il quale era già sotto gli effetti tardivi dell'intossicazione da monossido di carbonio e la sua funzionalità cognitiva cominciava a essere deficitaria. Le domande suggestive del comandante della stazione dei Carabinieri di Erba si innestarono su questa condizione clinica di Mario Frigerio, il quale indicò Romano come aggressore.
La richiesta di revisione della sentenza di condanna per Olindo Romano e Rosa Bazzi, per le ragioni sopracitate, è stata depositata dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser.
La strage di Erba, avvenuta il 11 dicembre 2006, è ancora oggi una vicenda che fa discutere. Quella sera, nella piccola città della provincia di Como, quattro persone furono uccise con estrema violenza: Raffaella Castagna, suo figlio di due anni Youssef, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. La giustizia italiana ha condannato in via definitiva la coppia di coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi all'ergastolo come responsabili del terribile crimine.
Tuttavia, secondo Stefania Panza, scrittrice e analista forense, ci sono stati degli errori commessi dagli attori coinvolti nell'indagine. Già l'11 dicembre 2006, il procuratore capo della Repubblica di Como aveva sostenuto che come autore della strage si cercava un tunisino o un marocchino di nome Azuz Marzouk. Peccato che si trattava di una grande cantonata, visto che Azuz Marzouk si trovava in Tunisia al momento dei fatti.
Inizialmente, il dito venne puntato contro quest'ultimo, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef. Successivamente, le ipotesi investigative si allargarono, considerando la possibilità di una vendetta nel mondo della droga, di una vendetta intrafamiliare o di una vendetta fra vicini di casa.
Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, era presente in casa quella sera e sopravvisse grazie a una malformazione congenita della carotide. Frigerio era l'unico in grado di identificare il volto dell'assassino, ma le indagini si orientarono verso la ricerca di un possibile soggetto di etnia nordafricana. Tuttavia, il 15 dicembre, Frigerio rilasciò una testimonianza concordante con quella di un soggetto con l'appellativo olivastra più alto di lui che non aveva mai visto. L'identikit fu realizzato in base a questa descrizione.
Il 20 dicembre, il comandante della stazione di Erba, Luciano Gallorini, nominò per nove volte il nome di Olindo Romano a Mario Frigerio, il quale era già sotto gli effetti tardivi dell'intossicazione da monossido di carbonio e la sua funzionalità cognitiva cominciava a essere deficitaria. Le domande suggestive del comandante della stazione dei Carabinieri di Erba si innestarono su questa condizione clinica di Mario Frigerio, il quale indicò Romano come aggressore.
La richiesta di revisione della sentenza di condanna per Olindo Romano e Rosa Bazzi, per le ragioni sopracitate, è stata depositata dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser.