Secondo i dati Istat, una donna su tre ha subito nella sua vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Ma esiste una forma di violenza più subdola e invisibile: quella psicologica. Ne abbiamo parlato con Lucia Volpi, responsabile del centro antiviolenza Mai da Sole di Milano.
Volpi sottolinea che la violenza contro le donne non riguarda solo gli episodi di cronaca, ma è un problema sociale su cui tutti dobbiamo riflettere. La violenza può assumere diverse forme, dalla violenza fisica a quella psicologica, che spesso viene sottovalutata.
Quali sono i passi che dovrebbe compiere una donna vittima di violenza? Il primo passo è riconoscersi come vittima e rivolgersi a persone competenti, come i centri antiviolenza. La denuncia è uno strumento importante, ma spesso le donne sono restie nel farla. I centri antiviolenza offrono supporto e consulenza legale per aiutare la donna a trovare il suo percorso.
Tuttavia, l'educazione sessuale e la violenza psicologica sono ancora un tabù per l'istituzione scolastica. Volpi afferma che la prevenzione è la parola chiave per costruire la società del futuro. Educare e sensibilizzare i giovani a partire dall'uguaglianza di genere significa lavorare con i ragazzi e le ragazze per instaurare un rapporto di parità e rispetto reciproco.
Infine, la generazione Z si esprime a riguardo della violenza fisica e psicologica sulle donne. Il tema non viene ancora trattato abbastanza nelle scuole, ma alcuni giovani si dimostrano sensibili all'argomento. Esiste un limite tra il gesto goliardico e la molestia, che dipende dal consenso dell'altra persona e dal contesto. L'educazione è fondamentale per superare le problematiche di violenza e costruire un mondo migliore.
Volpi sottolinea che la violenza contro le donne non riguarda solo gli episodi di cronaca, ma è un problema sociale su cui tutti dobbiamo riflettere. La violenza può assumere diverse forme, dalla violenza fisica a quella psicologica, che spesso viene sottovalutata.
Quali sono i passi che dovrebbe compiere una donna vittima di violenza? Il primo passo è riconoscersi come vittima e rivolgersi a persone competenti, come i centri antiviolenza. La denuncia è uno strumento importante, ma spesso le donne sono restie nel farla. I centri antiviolenza offrono supporto e consulenza legale per aiutare la donna a trovare il suo percorso.
Tuttavia, l'educazione sessuale e la violenza psicologica sono ancora un tabù per l'istituzione scolastica. Volpi afferma che la prevenzione è la parola chiave per costruire la società del futuro. Educare e sensibilizzare i giovani a partire dall'uguaglianza di genere significa lavorare con i ragazzi e le ragazze per instaurare un rapporto di parità e rispetto reciproco.
Infine, la generazione Z si esprime a riguardo della violenza fisica e psicologica sulle donne. Il tema non viene ancora trattato abbastanza nelle scuole, ma alcuni giovani si dimostrano sensibili all'argomento. Esiste un limite tra il gesto goliardico e la molestia, che dipende dal consenso dell'altra persona e dal contesto. L'educazione è fondamentale per superare le problematiche di violenza e costruire un mondo migliore.