L'Italia è da sempre un crocevia di civiltà e un incrocio di culture, che accoglie ogni anno un gran numero di migranti provenienti da diverse parti del mondo. L'immigrazione, però, non è soltanto un tema politico o economico, ma riguarda anche la sfera religiosa.
Uno studio condotto dalla Fondazione ISMU ETS ha analizzato la correlazione tra il paese di provenienza dei migranti e la loro religione. Alessio Menonna, ricercatore e statistico, spiega che la fondazione ha preso in considerazione i dati relativi alla cittadinanza in Italia, anziché basarsi sull'appartenenza religiosa dei paesi d'origine. Questo approccio fornisce risultati più attendibili, considerando che alcune nazionalità possono avere persone che migrano con un profilo religioso diverso da quello predominante nel loro paese d'origine.
Secondo lo studio, tra gli stranieri residenti in Italia, il gruppo maggioritario per appartenenza religiosa è quello composto dai cristiani. La componente musulmana, invece, è stata ridimensionata rispetto al passato, soprattutto a causa dei flussi migratori provenienti in prevalenza dalla Romania con l'apertura delle frontiere dell'Unione Europea.
All'interno del gruppo cristiano, è possibile distinguere le diverse fedi e confrontarle con la religione musulmana, che si posiziona al secondo posto come gruppo maggioritario. Gli stranieri residenti in Italia di religione cristiana sono poco meno di 2,7 milioni contro i quasi 1,5 milioni di stranieri residenti di fede musulmana.
Oltre ai cristiani e ai musulmani, vi sono altre minoranze religiose presenti in Italia, come i buddisti. È importante notare che non è possibile presupporre l'appartenenza religiosa di una persona basandosi unicamente sulla sua provenienza geografica. Ad esempio, nel caso del gruppo egiziano, una buona quota è di religione cristiana copta, nonostante la maggioranza musulmana nel loro paese d'origine.
Per quanto riguarda i musulmani, ci sono diverse nazionalità rappresentate in Italia. Al primo posto ci sono i marocchini, seguiti dagli albanesi, dai bangladeshi e dai pakistani. Per i cattolici, i più numerosi sono i filippini e gli albanesi, anche se con numeri inferiori.
Uno studio condotto dalla Fondazione ISMU ETS ha analizzato la correlazione tra il paese di provenienza dei migranti e la loro religione. Alessio Menonna, ricercatore e statistico, spiega che la fondazione ha preso in considerazione i dati relativi alla cittadinanza in Italia, anziché basarsi sull'appartenenza religiosa dei paesi d'origine. Questo approccio fornisce risultati più attendibili, considerando che alcune nazionalità possono avere persone che migrano con un profilo religioso diverso da quello predominante nel loro paese d'origine.
Secondo lo studio, tra gli stranieri residenti in Italia, il gruppo maggioritario per appartenenza religiosa è quello composto dai cristiani. La componente musulmana, invece, è stata ridimensionata rispetto al passato, soprattutto a causa dei flussi migratori provenienti in prevalenza dalla Romania con l'apertura delle frontiere dell'Unione Europea.
All'interno del gruppo cristiano, è possibile distinguere le diverse fedi e confrontarle con la religione musulmana, che si posiziona al secondo posto come gruppo maggioritario. Gli stranieri residenti in Italia di religione cristiana sono poco meno di 2,7 milioni contro i quasi 1,5 milioni di stranieri residenti di fede musulmana.
Oltre ai cristiani e ai musulmani, vi sono altre minoranze religiose presenti in Italia, come i buddisti. È importante notare che non è possibile presupporre l'appartenenza religiosa di una persona basandosi unicamente sulla sua provenienza geografica. Ad esempio, nel caso del gruppo egiziano, una buona quota è di religione cristiana copta, nonostante la maggioranza musulmana nel loro paese d'origine.
Per quanto riguarda i musulmani, ci sono diverse nazionalità rappresentate in Italia. Al primo posto ci sono i marocchini, seguiti dagli albanesi, dai bangladeshi e dai pakistani. Per i cattolici, i più numerosi sono i filippini e gli albanesi, anche se con numeri inferiori.