Pedalare fa bene alla salute e all’ambiente. Ma per poterlo fare in sicurezza servono strutture adeguate. Ma a che punto siamo in Italia con le piste ciclabili? Ce ne parla Antonio dalla Venezia, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Bicitalia.org e coordinatore FIAB per il Veneto
Pedalare fa bene alla salute e all'ambiente, ma purtroppo in Italia mancano ancora le strutture adeguate per favorire la pratica della bicicletta. Secondo Antonio Della Venezia, presidente del comitato tecnico scientifico bicitalia.org e coordinatore fiab per il Veneto, possiamo individuare tre filoni per capire a che punto siamo nella costruzione delle piste ciclabili nel nostro paese.
Il primo livello riguarda il piano nazionale della ciclabilità, previsto da una legge quadro approvata all'inizio del 2018. Nonostante sia in corso un lavoro da parte dei Ministeri e delle regioni, il piano non è ancora stato definito completamente e sembra che verrà approvato solo nella primavera del 2022, con un ritardo di circa 4 anni rispetto alla scadenza prevista.
Il secondo livello è quello della progettazione e pianificazione delle 10 ciclovie nazionali previste dalla legge di bilancio del 2016 e successiva del 2017. Non tutte le regioni erano preparate per progettare queste grandi reti ciclabili, ma alcune sono già in corso attività di progettazione. Nonostante ciò, ad oggi non è stato realizzato neanche un metro di ciclabile su queste ciclovie nazionali.
Il terzo livello riguarda invece le regioni che, non aspettando i fondi ministeriali o le progettualità, si sono organizzate autonomamente per realizzare piste ciclabili. In alcune città come Bologna, Parma e Padova si possono trovare reti ciclabili degne di questo nome, con interventi di moderazione del traffico e zone a 30 km/h. Tuttavia, in altre parti del territorio, soprattutto nel sud, è più difficile trovare queste infrastrutture.
Il problema principale in Italia è l'assenza di un livello nazionale che fornisca obiettivi, risorse e indicazioni alle città per la pianificazione e il finanziamento delle reti ciclabili. Le parole chiave per lo sviluppo di una rete ciclabile efficiente sono quindi pianificazione, finanziamenti e progettazione.
Secondo Della Venezia, non basta semplicemente tracciare una striscia per terra, ma servono interventi importanti finanziati adeguatamente. Per questo motivo, è stato lanciato il progetto "Comune Ciclabili" che si propone di condividere le buone pratiche, misurare il grado di ciclabilità delle città e offrire formazione.
L'obiettivo principale di qualsiasi piano dovrebbe essere quello di ridurre il numero di spostamenti in auto, considerando che l'Italia ha il più alto grado di motorizzazione d'Europa. La costruzione di una rete ciclabile nazionale potrebbe essere una delle risposte alla crescente richiesta di soluzioni sostenibili per salvare il nostro pianeta.
Il primo livello riguarda il piano nazionale della ciclabilità, previsto da una legge quadro approvata all'inizio del 2018. Nonostante sia in corso un lavoro da parte dei Ministeri e delle regioni, il piano non è ancora stato definito completamente e sembra che verrà approvato solo nella primavera del 2022, con un ritardo di circa 4 anni rispetto alla scadenza prevista.
Il secondo livello è quello della progettazione e pianificazione delle 10 ciclovie nazionali previste dalla legge di bilancio del 2016 e successiva del 2017. Non tutte le regioni erano preparate per progettare queste grandi reti ciclabili, ma alcune sono già in corso attività di progettazione. Nonostante ciò, ad oggi non è stato realizzato neanche un metro di ciclabile su queste ciclovie nazionali.
Il terzo livello riguarda invece le regioni che, non aspettando i fondi ministeriali o le progettualità, si sono organizzate autonomamente per realizzare piste ciclabili. In alcune città come Bologna, Parma e Padova si possono trovare reti ciclabili degne di questo nome, con interventi di moderazione del traffico e zone a 30 km/h. Tuttavia, in altre parti del territorio, soprattutto nel sud, è più difficile trovare queste infrastrutture.
Il problema principale in Italia è l'assenza di un livello nazionale che fornisca obiettivi, risorse e indicazioni alle città per la pianificazione e il finanziamento delle reti ciclabili. Le parole chiave per lo sviluppo di una rete ciclabile efficiente sono quindi pianificazione, finanziamenti e progettazione.
Secondo Della Venezia, non basta semplicemente tracciare una striscia per terra, ma servono interventi importanti finanziati adeguatamente. Per questo motivo, è stato lanciato il progetto "Comune Ciclabili" che si propone di condividere le buone pratiche, misurare il grado di ciclabilità delle città e offrire formazione.
L'obiettivo principale di qualsiasi piano dovrebbe essere quello di ridurre il numero di spostamenti in auto, considerando che l'Italia ha il più alto grado di motorizzazione d'Europa. La costruzione di una rete ciclabile nazionale potrebbe essere una delle risposte alla crescente richiesta di soluzioni sostenibili per salvare il nostro pianeta.