La storia del Presidente Mario Draghi che racconta l’uomo, il politico e l’economista tutto attraverso testimonianze inedite raccolte da Monica Setta nel suo nuovo libro edito da Piemme.
La scrittrice e giornalista Monica Setta torna in libreria con un nuovo libro intitolato "Il presidente. La Nuova Italia di Draghi". In esso, racconta la vita dell'uomo, del politico e dell'economista Mario Draghi, e la sua importanza per l'Italia in questo momento storico.
Setta conosce Draghi da molti anni, quando era direttore generale del tesoro e lei andò a fargli una copertina per il mensile di cui era capo redattore. Fu difficile convincerlo a concedere l'intervista, ma accettò di farsi fotografare dal grande Guido Orari, il cui servizio fotografico è ancora in circolazione dopo più di vent'anni.
Il libro di Setta è ricco di testimonianze inedite e parte da una tesi: "Draghi rappresenta per l'Italia l'ultima chiamata per il combinato disposto tra i fondi che arrivano dall'Europa, il famoso Recovery Plan, e le riforme strutturali. In sintesi, i soldi che arrivano e la possibilità di cambiare e riformare in maniera strutturale alcune cose importanti del paese, come il fisco, la giustizia e il welfare."
Setta ha intervistato molti imprenditori, sindacalisti, manager, compagni di università e allievi del professor Caffè, che è stato professore di Draghi. Ha raccolto tutte queste testimonianze sulla base di una domanda molto semplice: "Secondo voi, Draghi ce la farà?".
Il libro parte da un dato sconvolgente: "l'Italia esce dalla pandemia con un rapporto debito/PIL del 160%, un dato che descriveva il nostro paese solo alla fine della prima guerra mondiale. Setta afferma che non è una Mission Impossible per Draghi perché, rispetto al governo del presidente Monti dieci anni fa, abbiamo una situazione mondiale completamente diversa."
"Il rapporto debito/PIL dieci anni fa con Monti era vincolato alla stabilità, cioè dovevamo assolutamente entrare dentro quei parametri per cui, se ci sovraindebitavamo, bisognava tagliare la spesa pubblica, soprattutto quella destinata al welfare state, e mettere le mani nelle tasche degli italiani. Adesso, invece, con Draghi è cambiato tutto perché quei parametri sono stati modificati. Abbiamo una sorta di libertà di indebitarci a patto che il debito sia un debito buono e deve servire a creare ricchezza e occupazione."
Setta conosce Draghi da molti anni, quando era direttore generale del tesoro e lei andò a fargli una copertina per il mensile di cui era capo redattore. Fu difficile convincerlo a concedere l'intervista, ma accettò di farsi fotografare dal grande Guido Orari, il cui servizio fotografico è ancora in circolazione dopo più di vent'anni.
Il libro di Setta è ricco di testimonianze inedite e parte da una tesi: "Draghi rappresenta per l'Italia l'ultima chiamata per il combinato disposto tra i fondi che arrivano dall'Europa, il famoso Recovery Plan, e le riforme strutturali. In sintesi, i soldi che arrivano e la possibilità di cambiare e riformare in maniera strutturale alcune cose importanti del paese, come il fisco, la giustizia e il welfare."
Setta ha intervistato molti imprenditori, sindacalisti, manager, compagni di università e allievi del professor Caffè, che è stato professore di Draghi. Ha raccolto tutte queste testimonianze sulla base di una domanda molto semplice: "Secondo voi, Draghi ce la farà?".
Il libro parte da un dato sconvolgente: "l'Italia esce dalla pandemia con un rapporto debito/PIL del 160%, un dato che descriveva il nostro paese solo alla fine della prima guerra mondiale. Setta afferma che non è una Mission Impossible per Draghi perché, rispetto al governo del presidente Monti dieci anni fa, abbiamo una situazione mondiale completamente diversa."
"Il rapporto debito/PIL dieci anni fa con Monti era vincolato alla stabilità, cioè dovevamo assolutamente entrare dentro quei parametri per cui, se ci sovraindebitavamo, bisognava tagliare la spesa pubblica, soprattutto quella destinata al welfare state, e mettere le mani nelle tasche degli italiani. Adesso, invece, con Draghi è cambiato tutto perché quei parametri sono stati modificati. Abbiamo una sorta di libertà di indebitarci a patto che il debito sia un debito buono e deve servire a creare ricchezza e occupazione."