La Corte di Cassazione ha stabilito che se la movida fa troppo rumore, il comune deve pagare i danni. Questa sentenza riguarda la vicenda giudiziaria per la battaglia sul quieto vivere e il diritto a riposo che vede come protagonista la città di Brescia. Per la prima volta viene riconosciuto il danno provocato dalla Movida ai residenti di un quartiere di città. Ma cosa ne pensano le diverse generazioni riguardo a questo provvedimento?
In un confronto generazionale tra la generazione Z e i boomer, emerge il rischio che i comuni, vista la sentenza di risarcimento, si impegnino ad eliminare quelli che sono i luoghi di aggregazione per i più giovani, dove la movida prende sempre più piede. La situazione di Brescia, dove il comune è obbligato a risarcire, spaventa molti. Bisogna ricordare che il comune persegue un interesse pubblico, quindi oltre al privato che ha bisogno di avere la sua Quiete, c'è anche l'interesse della gioventù e delle generazioni future a ritrovarsi ad esprimersi.
Secondo alcuni, basta fare prevenzione e il problema è risolto, ed entra in gioco il comune per educare le persone con l'esempio. Altri invece pensano che vietare queste situazioni pubbliche porterebbe le persone a finire in case private o in locali chiusi con musica dal vivo. Bisogna sapersi controllare e trovare un giusto equilibrio tra gli interessi della gioventù e quelli di chi vive in una determinata zona.
La generazione Z lamenta la mancanza di luoghi di aggregazione che permettono ai ragazzi di incontrarsi e di condividere. Non tutti si possono permettere di uscire in dei luoghi in cui si spendono tanti soldi per far serata e ciò toglie molte possibilità e allo stesso tempo mancano dei luoghi uguali per tutti in termini di localizzazione all'interno di una città.
In conclusione, il problema della convivenza tra la movida e i residenti è un problema che si può risolvere solo con la tolleranza da entrambe le parti e con la creazione di spazi adeguati per tutti. I giovani hanno diritto di divertirsi entro certi limiti, ma anche gli altri hanno diritto alla tranquillità. Bisogna trovare il giusto equilibrio per garantire entrambi gli interessi nobili.
In un confronto generazionale tra la generazione Z e i boomer, emerge il rischio che i comuni, vista la sentenza di risarcimento, si impegnino ad eliminare quelli che sono i luoghi di aggregazione per i più giovani, dove la movida prende sempre più piede. La situazione di Brescia, dove il comune è obbligato a risarcire, spaventa molti. Bisogna ricordare che il comune persegue un interesse pubblico, quindi oltre al privato che ha bisogno di avere la sua Quiete, c'è anche l'interesse della gioventù e delle generazioni future a ritrovarsi ad esprimersi.
Secondo alcuni, basta fare prevenzione e il problema è risolto, ed entra in gioco il comune per educare le persone con l'esempio. Altri invece pensano che vietare queste situazioni pubbliche porterebbe le persone a finire in case private o in locali chiusi con musica dal vivo. Bisogna sapersi controllare e trovare un giusto equilibrio tra gli interessi della gioventù e quelli di chi vive in una determinata zona.
La generazione Z lamenta la mancanza di luoghi di aggregazione che permettono ai ragazzi di incontrarsi e di condividere. Non tutti si possono permettere di uscire in dei luoghi in cui si spendono tanti soldi per far serata e ciò toglie molte possibilità e allo stesso tempo mancano dei luoghi uguali per tutti in termini di localizzazione all'interno di una città.
In conclusione, il problema della convivenza tra la movida e i residenti è un problema che si può risolvere solo con la tolleranza da entrambe le parti e con la creazione di spazi adeguati per tutti. I giovani hanno diritto di divertirsi entro certi limiti, ma anche gli altri hanno diritto alla tranquillità. Bisogna trovare il giusto equilibrio per garantire entrambi gli interessi nobili.