La Corte di Cassazione ha stabilito che se la movida fa troppo rumore, il comune deve pagare i danni, riconoscendo per la prima volta il danno provocato dalla movida ai residenti di un quartiere di città.
La vicenda giudiziaria per la battaglia sul quieto vivere e il diritto a riposo vede come protagonista la città di Brescia. Il comune, persegue un interesse pubblico che non deve essere trascurato, ovvero l'interesse della gioventù dei giovani e delle generazioni future a ritrovarsi e ad esprimersi. Tuttavia, c'è il rischio che i comuni, vista la sentenza di risarcimento, si impegnino a eliminare quelli che sono i luoghi di aggregazione per i più giovani dove la movida prende sempre più piede.
La situazione di Brescia, con il comune obbligato a risarcire, spaventa un po', ma bisogna ricordare che non si toglie il divertimento, ma si cerca di educare le persone che vengono con l'esempio.
Il governo del Senegal ha invece interrotto l'accesso ai servizi internet in alcune aree del paese dopo l'aumento del numero di disordini cittadini. Sotto accusa messaggi odiosi e sovversivi pubblicati online. Il divieto è stato esteso a tutta la rete in determinate aree e in determinate ore.
Il catalizzatore dei disordini è stata la condanna del Popolare leader dell'opposizione, Ousmane Sonko, che potrebbe impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali di febbraio. Le manifestazioni continuano e la soluzione del governo pare essere quella di bloccare l'accesso a internet.
In Arabia Saudita, criticare il regno sui social potrebbe costare il carcere. I media statali esauditi hanno emesso un avvertimento esplicito secondo cui è un reato penale insultare le autorità utilizzando app di social media come Snapchat. Sembra che ci siano numerosi casi di influencer finiti in carcere per i propri post. Il caso più recente è quello di Rahaf Al-Qahtani che sarebbe stato arrestato dopo aver pubblicato commenti ritenuti offensivi per il popolo delle Maldive.
Alcuni dissidenti sauditi hanno espresso in privato preoccupazioni per la privacy dei contenuti di Snapchat nel regno. Il sito web della società americana afferma che può, a sua discrezione, fornire i dati dell'account Snapchat alle forze dell'ordine e alle agenzie governative fuori dagli Stati Uniti. In questo modo, però, rischia di mettere in pericolo la libertà di molti influencer sauditi.
La vicenda giudiziaria per la battaglia sul quieto vivere e il diritto a riposo vede come protagonista la città di Brescia. Il comune, persegue un interesse pubblico che non deve essere trascurato, ovvero l'interesse della gioventù dei giovani e delle generazioni future a ritrovarsi e ad esprimersi. Tuttavia, c'è il rischio che i comuni, vista la sentenza di risarcimento, si impegnino a eliminare quelli che sono i luoghi di aggregazione per i più giovani dove la movida prende sempre più piede.
La situazione di Brescia, con il comune obbligato a risarcire, spaventa un po', ma bisogna ricordare che non si toglie il divertimento, ma si cerca di educare le persone che vengono con l'esempio.
Il governo del Senegal ha invece interrotto l'accesso ai servizi internet in alcune aree del paese dopo l'aumento del numero di disordini cittadini. Sotto accusa messaggi odiosi e sovversivi pubblicati online. Il divieto è stato esteso a tutta la rete in determinate aree e in determinate ore.
Il catalizzatore dei disordini è stata la condanna del Popolare leader dell'opposizione, Ousmane Sonko, che potrebbe impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali di febbraio. Le manifestazioni continuano e la soluzione del governo pare essere quella di bloccare l'accesso a internet.
In Arabia Saudita, criticare il regno sui social potrebbe costare il carcere. I media statali esauditi hanno emesso un avvertimento esplicito secondo cui è un reato penale insultare le autorità utilizzando app di social media come Snapchat. Sembra che ci siano numerosi casi di influencer finiti in carcere per i propri post. Il caso più recente è quello di Rahaf Al-Qahtani che sarebbe stato arrestato dopo aver pubblicato commenti ritenuti offensivi per il popolo delle Maldive.
Alcuni dissidenti sauditi hanno espresso in privato preoccupazioni per la privacy dei contenuti di Snapchat nel regno. Il sito web della società americana afferma che può, a sua discrezione, fornire i dati dell'account Snapchat alle forze dell'ordine e alle agenzie governative fuori dagli Stati Uniti. In questo modo, però, rischia di mettere in pericolo la libertà di molti influencer sauditi.