La transizione digitale post Covid: a che punto siamo? Ecco i dati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano raccontati dal ricercatore Gianluca Tedaldi
La pandemia da COVID-19 ha cambiato le nostre abitudini e priorità, costringendo molte persone e imprese ad affidarsi ancora di più al digitale per lavorare e comunicare. La cosiddetta transizione digitale è al centro dell'ultima ricerca dell'Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano. Gianluca Tedaldi, ricercatore dell'Osservatorio, ci parla delle evidenze legate alla pandemia e delle tecnologie che stanno cambiando profondamente il modo di lavorare.
Dal punto di vista del mercato, abbiamo visto una crescita più contenuta rispetto a quella che ci saremmo aspettati. Nonostante il 2020 sia stato un anno duro e pesante per l'economia, c'è stato comunque un incremento, soprattutto nel manufacturing e nell'industria 4.0, che sono molto importanti per il nostro paese.
Le imprese si sono dovute ripensare a livello di attività e di operazioni basilari del nostro paese. In molti casi, hanno sperimentato l'utilizzo di tecnologie che hanno dato la possibilità di ripensare il modo in cui eravamo abituati a svolgere le nostre attività. È emerso un quadro piuttosto interessante legato a quello che viene chiamato "Industrial Smart Working", ovvero la declinazione dello Smart Working anche in ambito industriale. In molti casi i benefici sono stati non solo legati alla flessibilità degli operatori, ma anche all'efficacia ed efficienza delle attività da svolgere.
L'occasione offerta dal piano Nazionale Transizione 4.0 e dai conseguenti fondi che serviranno la digitalizzazione del paese è importantissimo soprattutto per il fatto che la nostra economia è fondata sulla manifattura. Non dobbiamo perdere il treno e gli investimenti sono assolutamente fondamentali.
Durante la pandemia, lo Smart Working si è diffuso in tutte le imprese, anche in quelle manifatturiere. Questo ha portato a una forzata remozione degli operatori non di fabbrica, ma anche a un ripensamento di alcune attività per essere flessibili. Se la manutenzione non può più essere fatta in presenza negli impianti, bisogna pensare a delle tecnologie che permettano di farla da remoto.
Il digitale e il Green vanno di pari passo nell'agenda politica degli ultimi anni. Negli ultimi anni, la sostenibilità non era ai primi posti tra le priorità strategiche dell'industria, ma ora è diventata una cosa a cui bisogna stare di fronte. È dettata dal mercato e sono i consumatori finali ad aver spinto tutti i produttori a monte dei prodotti che acquistiamo.
Dal punto di vista del mercato, abbiamo visto una crescita più contenuta rispetto a quella che ci saremmo aspettati. Nonostante il 2020 sia stato un anno duro e pesante per l'economia, c'è stato comunque un incremento, soprattutto nel manufacturing e nell'industria 4.0, che sono molto importanti per il nostro paese.
Le imprese si sono dovute ripensare a livello di attività e di operazioni basilari del nostro paese. In molti casi, hanno sperimentato l'utilizzo di tecnologie che hanno dato la possibilità di ripensare il modo in cui eravamo abituati a svolgere le nostre attività. È emerso un quadro piuttosto interessante legato a quello che viene chiamato "Industrial Smart Working", ovvero la declinazione dello Smart Working anche in ambito industriale. In molti casi i benefici sono stati non solo legati alla flessibilità degli operatori, ma anche all'efficacia ed efficienza delle attività da svolgere.
L'occasione offerta dal piano Nazionale Transizione 4.0 e dai conseguenti fondi che serviranno la digitalizzazione del paese è importantissimo soprattutto per il fatto che la nostra economia è fondata sulla manifattura. Non dobbiamo perdere il treno e gli investimenti sono assolutamente fondamentali.
Durante la pandemia, lo Smart Working si è diffuso in tutte le imprese, anche in quelle manifatturiere. Questo ha portato a una forzata remozione degli operatori non di fabbrica, ma anche a un ripensamento di alcune attività per essere flessibili. Se la manutenzione non può più essere fatta in presenza negli impianti, bisogna pensare a delle tecnologie che permettano di farla da remoto.
Il digitale e il Green vanno di pari passo nell'agenda politica degli ultimi anni. Negli ultimi anni, la sostenibilità non era ai primi posti tra le priorità strategiche dell'industria, ma ora è diventata una cosa a cui bisogna stare di fronte. È dettata dal mercato e sono i consumatori finali ad aver spinto tutti i produttori a monte dei prodotti che acquistiamo.